Azulejo

L’Azulejo è un tipico ornamento dell’architettura portoghese e spagnola consistente in una piastrella di ceramica non molto spessa e con una superficie smaltata e decorata.

Dall’arabo al zuleiq, che significa piccola pietra, deriva il termine Azulejo. La tecnica dell’Azulejo consiste nel dipingere a mano su piastrelle d’argilla, seccate all’aria per 45 giorni e cotte una prima volta a 1000°. Una volta steso il colore si procede ad un secondo passaggio in forno che completa la smaltatura.

Questa tecnica fu messa a punto nel ‘500 e in tutto il ‘700. All’inizio impiegati per decori di chiese e cappelle, con temi a sfondo sacro, in seguito gli Azulejos vennero usati per scopi più “laici”, ornando le facciate e gli interni di edifici di grande sontuosità.

Il Palacio da Vila, a Sintra, conosciuto come Palazzo Reale di Sintra, ha una cappella con un pavimento di “alicatado”, grandi lastre di forma poligonale, rettangolare o a forma di stella, della metà del Secolo XV, che si suppone sia l’antenato ispanico-arabo dell’Azulejos più antico esistente in Portogallo. Inoltre, nel palazzo di Sintra, che è il maggiore “deposito” di Azulejos di fabbricazione ispano-araba posseduta in Portogallo, sono molte le sale e altri locali, decorati con Azulejos.

I vasai portoghesi per rendere più accessibile l’impiego di questo materiale, evitando il grande lavoro di ritaglio nella collocazione, arrivarono a ritagliare i pezzi nell’argilla ancora fresca, con l’ausilio di uno stampo, a volte in ottone (al principio) e più tardi in ferro, il che fece semplificare l’assestamento, e la forma prescelta fu il quadrato. Così nacque l’Azulejo, (Secolo XV) lastra di forma regolare – al-zulayj – perché la parola, come è naturale, è di origine araba, rendendo possibili varie composizioni di disegno e colori, quasi sempre occupando quattro Azulejos per ogni motivo, che si ripete, utilizzando i colori azzurro cobalto, verde copra, marrone miele, rosso, bianco e marrone scuro, quasi puro.

Per evitare che nell’esecuzione e nella cottura gli smalti si mischiassero, il contorno del disegno era fatto a pennello, con una tinta nera – o manganese – mischiata a grasso (qualche volta olio di lino). Dopo la cottura i contorni apparivano secchi, in contrasto con gli smalti che erano brillanti ed in rilievo. Il disegno era impresso sull’Azulejo per mezzo di una estampilha (carta bucherellata, sopra la quale veniva passato un sacchetto di carbone in polvere) ma con un contorno grasso che consentiva di evitare l’espansione degli smalti durante la cottura.
A Lisbona è da vedere il Museum Nacional do Azulejo che è il giusto tributo a questa espressione artistica tipicamente lusitana, dove i pannelli di Azulejos vengono esposti alle pareti come quadri.