Ricordo del prof. Colombo

Un ricordo del professor Arturo Colombo

Ricordare il Professor Arturo Colombo, il Prof. come lo chiamavo io è un piacere. Un vero piacere.

Per me è stato un maestro e a lui devo molto. Lo conobbi più di venticinque anni fa e non ebbi mai il timore reverenziale che leggevo negli sguardi dei suoi studenti. Tanta ammirazione si. Era già un importante e famoso studioso allora capii subito quando lo incontrai la prima volta che la sua autorevolezza gli derivava dal profondo amore che aveva nell’insegnare. A tutti nessun escluso. E io ne feci tesoro.

Avevo vinto il concorso per diventare avvocato e al contempo quello per Responsabile delle attività socio-culturale dell’Umanitaria. Un lavoro temporaneo credevo, ma grazie al Prof. e all’amore che sapeva trasmettere per questa meravigliosa Istituzione, sono ancora qui dopo trentun anni.

Lo ascoltavo per ore mentre mi parlava di Riccardo Bauer, della cui omonima fondazione era

presidente, delle sue lotte per la libertà che erano poi quelle dell’Umanitaria stessa.

Mi ha insegnato il rispetto e l’ammirazione per quei “Pionieri di arditezze sociali” che furono gli uomini e le donne dell’Umanitaria dei primi decenni della sua fondazione.

Grazie a lui ho imparato l’amore per la storia e l’approfondimento politico. In tutti i miei anni di lavoro in Via Daverio non ho perso una sua conferenza. per me erano un dono, un modo per imparare. Perché il Prof. anche quando parlava di Ernesto Moneta ti insegnava! Eri tu che tra le pieghe del discorso potevi imparare come strutturare un intervento, come sottolineare con il tono della voce i concetti più importanti, come catturare con lo sguardo l’attenzione degli ascoltatori. Anche quando la malattia si fece implacabile, era un piacere ascoltarlo. Perché ti insegnava cosa era il lavoro e la determinazione che stavano dietro ogni sua allocutio pubblica. Lui doveva essere sempre perfetto, sempre con un tono canzonatorio e allegro, ma attento ad ogni minimo dettaglio e pignolo all’inverosimile. Nonostante i miei numerosi errori, non mi ha mai corretta: mi ha insegnato come superarli. Ricordo quando il Consiglio Direttivo, di cui faceva parte, mi nominò Direttore Generale della Società Umanitaria, mi telefonò per congratularsi e mi disse: lei è un’eletta, il primo Direttore Generale donna nella storia del nostro Ente. Ero commossa perché lui alle donne e alle loro lotte di parità teneva moltissimo e sapevo che il suo era un augurio sincero di buon lavoro.

Grazie Prof.