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ASA Italia – Associazione Sindrome di Asperger – è un progetto nato nel 2012 che riassume il mio modo di intendere la solidarietà e che ha visto nascere una rete di relazioni e di amicizie ancora oggi al centro dell’Associazione, di cui ho l’onore di essere fondatore e presidente.

Il punto fermo dal quale è partita ASA Italia sono infatti i tanti amici che stimo e che mi stimano. Proprio grazie all’amicizia con un vecchio compagno di liceo ho avuto modo di conoscere la Sindrome: da qui è scattata la scintilla che ha entusiasmato progressivamente tutta una rete di persone pronte a far partire un progetto importante e unico.

Lo spirito di ASA è mutuato da quello della Società Umanitaria, dove lavoro da 30 anni e che ha segnato profondamente la mia professionalità e la mia vita: mettere i diseredati in condizione di sollevarsi autonomamente attraverso la formazione e il lavoro. E’ proprio la Società Umanitaria ad ospitare la sede dell’Associazione grazie alla generosa disponibilità del Presidente Amos Nannini.

focus su ASA Italia

Seguendo questa filosofia, ASA organizza corsi di formazione per neuropsichiatri, psichiatri, psicologi, pediatri, insegnanti ed educatori per limitare la confusione diagnostica attualmente ancora presente e per attuare le migliori strategie di integrazione sociale, scolastica e lavorativa. In collaborazione con la Società Umanitaria e l’Associazione Diesis abbiamo inoltre attivato il progetto “Casa Riccardo”, grazie al quale vogliamo offrire agli Aspie occasioni qualificate di svago e vita comune al di fuori del proprio nucleo familiare.

In generale il nostro obiettivo è favorire la qualità di vita delle persone con Sindrome di Asperger e trasformare, attraverso una solidarietà tangibile e rispettosa, una condizione di disabilità in una condizione di normalità in funzione del proprio potenziale. Una sfida che riusciamo realizzare grazie ai nostri volontari, ai soci e alle attività di autofinanziamento come i tornei di burraco, le visite d’arte guidate e donazioni sul sito internet.

Visita il sito ASA Italia per saperne di più

Con ASA Italia si concretizza così la mia idea di solidarietà: crescere insieme a chi si aiuta, arricchendosi profondamente in termini di amicizie, cuore e spirito.

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Il volontariato è nel DNA della mia famiglia: Alessandro e Giovanni accompagnano, con mia mamma e mio nipote Federico, i malati a Lourdes come barellieri e io e Andrea siamo da sempre impegnati nel sociale.

Tredici anni fa ad Andrea, allora Assessore al Comune di Milano nella Giunta Moratti, fu chiesto da un gruppo di anziani di non essere lasciati soli il giorno di Natale, non il 22 o il 23 o il 24 proprio il 25 dicembre!

Così è cominciata la nostra avventura del Natale Insieme. Abbiamo iniziato in pochi, ma ora sono tanti gli amici che preferiscono dedicare il Natale agli anziani soli cercando di renderlo un giorno indimenticabile (non li nomino perché non voglio dimenticarne nessuno).

racconti di Natale..

All’Istituto Palazzolo che ci ospita sempre con gioia, organizziamo il pranzo in gran stile: dall’antipasto al dolce, con tantissimi regali per i nostri vecchietti.

Ognuno di noi si sveste degli “abiti” lavorativi che ogni giorno indossa per diventare cameriere, cantante, dispensiere, intrattenitore, lavapiatti, accompagnatore o autista a seconda delle necessità: per me questo è il Vero Natale anche perché sono insieme ai miei familiari,  tutti volontari come me.

Si comincia a metà anno con la ricerca dei doni (dal vestiario ai generi alimentari) e ci si ritrova qualche settimana prima per impacchettare e decorare i pacchi regalo, per pianificare il trasporto degli ospiti che devono essere accompagnati e riportati a fine festa nelle loro abitazioni, per decidere i giochi e le attività da fare insieme.

Alla fine del mese Novembre organizziamo un Aperitivo Solidale per raccogliere i fondi necessari (se non bastano ci autotassiamo) e a maggio di quest’anno Andrea ha ideato una giornata di festa per ringraziare tutti i volontari.

Finiamo la sera del 25 dicembre distrutti, ma felici di aver trascorso il miglior Natale possibile!

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Un giorno, tanto tempo fa, il presidente della Società Umanitaria di allora Massimo della Campa mi chiamò nel suo ufficio per presentarmi il vice presidente del Parlamento Europeo e sua moglie, che si stavano occupando di un progetto contro la dispersione scolastica.
Entrai in ufficio e con mia enorme sorpresa mi trovai davanti una carissima amica di quando ero ragazzina e con la quale avevo condiviso tante cose. La commozione reciproca arrivò alle lacrime: esserci ritrovate dopo tanto tempo fu importante per entrambe E, PER ME, UN SEGNO CHE QUALCOSA STAVA PER CAMBIARE LA MIA VITA.

È così che è cominciata la mia avventura con il Mentoring, un progetto nato in America e che Guido e Noevia Podestà volevano si diffondesse anche in Italia. Il progetto divenne con gli anni un programma e parte fondamentale delle attività sociali dell’Umanitaria. Il testimone nella conduzione passò a Giuseppe Calogero, che anni dopo sarebbe diventato il mio Mentore.

focus su Programma Méntore

Ogni anno in Italia trecentomila giovani abbandonano la scuola.

In questi casi i bambini – vuoi per il trauma di iniziare un percorso scolastico, vuoi per problemi familiari, vuoi per problemi psicologici (problemi, non patologie) – hanno una bassa autostima, reputano il percorso scolastico troppo al di sopra delle loro capacità e cominciano ad assumere atteggiamenti sempre più negativi fino all’abbandono della scuola.

Il programma Méntore (così lo chiamiamo noi) ha la funzione di combattere la dispersione scolastica in un modo semplice ma efficacissimo: si basa sulla nascita di un rapporto di amicizia tra un adulto e un bambino bisognoso di un vero amico, che sappia ascoltarlo e divertirsi insieme a lui.

Il Mentore, debitamente formato, è abbinato da uno psicologo ad un Telemaco, un bambino che vedrà all’interno della scuola una volta alla settimana. Giocherà con lui, parlerà con lui, starà in silenzio con lui: farà quello che il bambino vorrà e che sarà utile alla costruzione dell’amicizia. Nel 98% dei casi il bambino per il fatto di avere un adulto come amico si rinfranca, riprende fiducia in se stesso e nelle proprie capacità e riprende un buon andamento scolastico.

Il programma mi è piaciuto fin da subito, ma non mi sentivo pronta per fare il Mentore perché i miei figli Alessandro e Giovanni erano ancora piccoli e, anche se l’impegno di tempo era limitato, non volevo distogliere la mia attenzione da loro.

Ma un bel giorno Beppe arrivò e chiese pegno, feci il corso e divenni anch’io un Mentore. Tra i bambini quello che ricordo con maggior affetto è Luca. Era bello come il sole, e con me voleva disegnare sempre e parlare, parlare di tutto. Al mio compleanno mi regalò un bellissimo disegno che conservo gelosamente.

“Basta un’ora alla settimana” è il nostro slogan, ma è un’ora che cambia una vita! Io posso dire che la mia vita è cambiata davvero!!

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